Ci dà dentro Odershin con il suo nuovo album Ventinove. Un lavoro tutt’altro che di maniera, in cui il rapper della Basilicata torna ad incidere dopo oltre 10 anni. Un periodo che evidentemente gli ha permesso di centrare il proprio stile, in cui una batteria sincopata e ben strutturata detta il ritmo di liriche tendenzialmente dure.
La vocalità di Odershin è assertiva, il flow è presente. “Punta pure l’arma intanto nel mondo c’è già chi spara”, “Lascio una barra vuota per il sangue dei soldati” sono frasi prese da uno dei pezzi clou del disco, quella Black Jungle che con il suo andamento low tempo dà ulteriore sfumatura alle capacità creativa del nostro. Il brano è prodotto da Jack The Smoker, che ha prodotto anche Cielo Blu.
All’interno dei brani ci sono vari ospiti come Vandal 75, e Gama rapper Francese mentre in Sin in the city troviamo Papilla Bronx di Torino, tajo e Don HardRisk anche quest’ultimo rapper Francese. In Lacrime nel vento troviamo invece Rk Wolf di Torino. Scelte riuscite per innalzare ulteriormente un risultato che sa di gangsta ma in grado di rendersi personale.
Calvin è il pezzo più interlocutorio, con quella parte in vocoder che fortunatamente viene riequilibrata dalle rime stringenti delle strofe. Ed è proprio questa la peculiarità e la forza, a mio avviso, da sottolineare di quest’album. La chiarezza lirica, unita ad un flow convincente.