Intervista ai THE CROWN: MARKO TERVONEN racconta i 20 anni di DEATHRACE KING e chiude le ferite sanguinanti

di Francesco Bommartini

Vedo un po’ di sole in sottofondo….

Comincia così, e con un sorriso, l’intervista con Marko Tervonen, chitarrista e membro fondatore dei The Crown, death metal band svedese che si è fatta un nome nel genere. A partire, innanzitutto, da Deathrace King, disco che ha dato alla corrente svedese una sveglia non indifferente. Compositore di tanti ottimi brani della band.

E’ forse il nostro album più importante. Un disco con una buona produzione, nato nello studio Fredman. Ho dei ricordi selettivi e solo positivi sull’intera esperienza. Le registrazioni sono state fantastiche, abbiamo trascorso in studio circa tre settimane. Fortunatamente per noi lo studio è molto vicino a dove viviamo, Göteborg. Abbiamo avuto anche una paio di cantanti ospiti: Thomas Lindbergh su Devil Gate Ride e Mikka Luttinen su Total Satan. Lo scorso anno abbiamo suonato in Finlandia e Mikka è venuto a trovarci e si è unita a noi sul palco. Eravamo ben preparati per la registrazione di Deathrace King, sapevamo ciò che volevamo ottenere.

La cover di Deathrace King

Eri anche piuttosto giovane!

Sì, e quando sei giovane ti sembra tutto più bello. Più vai avanti più glorifichi il passato, dimenticando le cose brutte. Però per Deathrace ho veramente un bel periodo. Ci sono band che hanno una sorta di formula e funziona alla grande, ma per noi non è così. E’ un disco variegato. L’album inizia con questo 4 battiti con un pezzo “orecchiabile” e finisce quasi vicino al black metal, e da qualche parte nel mezzo c’è una canzone con 2 note per cinque minuti. Abbiamo sempre cercato di ampliare il sound, così in Deathrace King non è stato strano includere una canzone come Dead Man’s Song, più industriale. Sono contento di non aver mai scelto di far diventare i The Crown gli AC/DC del death metal. Così possiamo fare dalla ballata alla roba strumentale, possiamo sforare musicalmente dappertutto. E mi piace davvero.

Che differenze ci sono tra la composizione nei The Crown oggi e vent’anni fa?

Oggi va molto la modalità di scambiarsi file virtualmente. Ma per noi non è la soluzione per fare un album solido. Quindi per Cobra Speed Venom siamo tornati a comporre insieme e a registrare le prove. Il che significa che lo facciamo insieme, quindi direi che nel 2020 il nostro approccio è praticamente lo stesso di 20 anni fa. Di solito faccio una demo adeguata e la invio ai ragazzi, così arriviamo alle prove coinvolti e possiamo arrangiare il tutto. Lo sforzo è di squadra, è un lavoro dell’uomo. Io e Magnus (Olsfelt) siamo i principali compositori, ma durante le prove tutti siamo molto consapevoli e quando approcciamo i pezzi dell’uno e dell’altro abbiamo già una chiave di lettura condivisa. Ora partecipa alla composizione anche Robin (Sorqvist). E’ un lavoro di squadra, certo ci scontriamo anche un sacco ma questo processo rappresenta il nostro legame come band. Oggi, ripeto, è possibile semplificare alcuni processi virtualmente ma per noi non è il metodo migliore.

Qual è la tua canzone dei Deathrace King preferita?

Se devo sceglierne solo una sarebbe Dead Man’s Song. E’ molto differente dalle altre. Ha quel tipo di groove che mi piace, e il testo è diventato così fottutamente originale. Ma se voglio qualcosa di più energico credo che Killing Star sia diventata una canzone epica. L’abbiamo inclusa anche in set live recenti.

Perché vi siete sciolti circa 15 anni fa? E perché siete tornati nel 2009?

15 anni fa eravamo un po’ esauriti. Ricordo che Magnus annunciò che sarebbe diventato un papà e ovviamente sarebbero cambiate le sue priorità nella vita. Poi eravamo piuttosto sfiniti perché era dal 1990 che eravamo in corsa, cioè da quando avevamo 14 anni. La band era tutto. Quest’anno, festeggiamo 30 anni, il che è pazzesco! I The Crown erano sempre stati la priorità e quando siamo cresciuti era difficile stare dietro a tour, festival e impegni. Quindi eravamo arrivati alla conclusione che, non essendo più bambini, dovevamo cambiare. Io non avevo niente su cui ripiegare, non un lavoro (neanche occasionale). E le bollette non si pagano da sole, soprattutto se la mamma non se ne prende più cura (ride). Sai che invecchi, quindi è stato molto difficile. Ok, a posteriori ho detto così tante volte che è la cosa migliore che ci sia successa. Perché in realtà per la prima volta siamo stati costretti a pensarci fuori dalla band. Quindi alcuni hanno trovato un buon lavoro ed altri, come me, sono diventati papà. Quando è tornata la voglia di suonare avevamo più energia. Quel periodo è stato utile anche per creare molta distanza dall’intera scena musicale, permettendoci di capire appieno che volevamo ancora farne parte! Ora credo davvero che quando ci riuniamo e facciamo le nostre cose le facciamo bene, e ci divertiamo molto. Alla fine ci dà qualcosa di positivo, ma noi non siamo in quella situazione per cui dobbiamo sacrificare così tanto. Sappiamo che la band va in parallelo con il nostro tipo di vita normale.

I due Tervonen

Riesci a registrare dei video con tuo figlio su YouTube…

Sì, è davvero incredibile. Compie 15 anni tra poco. E’ un buon chitarrista, quel piccolo è meglio di me. Si è interessato al mio tipo di musica, ma ama davvero questa roba e ha imparato molte cose guardando i video su YouTube. Gli ho anche fatto provare la batteria un paio d’anni fa…Ha formato una band, i Sarcator. Fanno thrash old school. Dopo questa follia del Coronavirus registreranno un album di debutto, sarà pubblicato dall’etichetta americana Redefining Darkness. Lo produrrò io, sarà fantastico! Facciamo un sacco di cose assieme, abbiamo anche il canale YouTube chiamato Shred’em All. Suoniamo tutti i tipi di schifezze e quant’altro ed è molto divertente.

Quindi sarai un mastermind per tuo figlio: produttore, manager, booker…

Posso essere il produttore ma non sarò manager. Devono fare i loro errori. Io sarò lì a controllare, a consigliare. Ma devono volare da soli.

Quale altro tipo di lavoro fai?

Io lavoro in DHL, la divisione globale della catena di distribuzione DHL, lavoro per un team nordico che si chiama It Solution. Mi occupo di Finlandia, Norvegia, Svezia. Sono dedicato alla gestione e implementazione per i clienti. Lavoro da casa ma c’è anche necessità di viaggiare.

Ora puoi prendere la macchina del tempo. Cosa cambi del tuo passato, come uomo e come musicista / gruppo musicale?

So che ogni uscita e decisione che abbiamo preso come The Crown l’abbiamo sempre fatto al meglio, ma il risultato finale può variare. Death is Not Dead è stato un album difficile. Se avessimo aspettato sei mesi o qualcosa del genere sarebbe stato un album molto migliore, perché l’intero processo era strano. Forse saprai che Janne dopo quel disco è volato negli Stati Uniti per lavorare con Apple. Diciamo che secondo me non è stato abbastanza bravo. Ma comunque nessun rimpianto.

Quali sono altri generi che ascolti, a parte il metal?

Sono di gusti musicali abbastanza ampi. Ci sono un sacco di diversi tipi di musica che viene suonata in casa. Posso godermi la musica pop o qualsiasi altra cosa, ma tendo a gravitare sulla musica che è forse un un po’ triste. Dalla cantante islandese Björk ad alcune band svedesi, ma pure i Paradise Lost non metal, quindi l’album senza distorsioni.

Dentro o fuori.

Devi sceglierne solo uno, ok?

Metallica o Iron Maiden?

E’ facile: i Metallica sono molto importanti per me. E se anche dopo qualche birra la musica diventa sempre migliore non sono un grande fan dei Maiden.

Vino o birra?

Birra. Posso godermi un buon bicchiere di vino, specie un rosso. Ma sì, sono nato e cresciuto con la birra quindi è nel mio Dna. Quando avevo 15 anni avrei bevuto qualunque cosa ma oggi mi piacciono le birre con più sapore, le birre un po’ più pesanti.

In Flames or Soilwork?

In Flames: hanno il mio totale rispetto. Forse non erano una band così originale agli inizi, ma più tardi hanno intrapreso un percorso più personale.

Cd o Vinili?

CD per la semplicità. Adoro i vinili, questo è il modo in cui sono stato cresciuto, comprando i vinili guardando queste bellissime copertine, l’odore del vinile che conosci… Non odio lo streaming, anzi lo uso molto. Credo che l’ultimo cd che ho comprato sia stato Death Magnetic. In realtà mi dispiace aver venduto un sacco di vinili, specie quelli di death svedese. Avevo prime stampe di tutte quelle cose, perché le comprate quando sono uscite. Non avevo un lettore di vinile da 10 anni, gli lp erano in garage…ho usato quei soldi per costruire qualcosa nella mia casa. Ma mio figlio invece si è procurato un lettore di vinile, quindi ora ne abbiamo uno in casa.

Slayer o Tetament?

Prima di tutto devo dire che sono felice di aver visto gli ultimi Slayer. E’ stato lo spettacolo teatrale più incredibile che abbia mai visto. Li ho visti 4 volte, credo che la prima volta sia stato nel 1995. Amo gli Slayer ma dico Testament, anche se l’estate scorsa ho incontrato Chuck Billy ed è stato fantastico.