di Francesco Bommartini
Conosco Gianni Della Cioppa da qualche anno. Oggi siamo amici, ed abbiamo persino vergato un libro assieme (Verona Rock), ma per me significava molto anche prima. Il motivo è semplice, e credo perfettamente comprensibile per chi ha superato gli enta o ci è molto vicino: le riviste musicali. Gianni, infatti, con la mitica firma GDC, ha vergato centinaia di recensioni su Metal Shock.
Qui sotto una copertina tipica:

Acquistavo Metal Shock con una certa continuità. In particolare dal 1999, anno di infatuazione, che poi sarebbe divenuto matrimonio, con il genere metallico. E Gianni, che non avevo minimamente idea di chi fosse, era diventato la mia firma di riferimento. Una specie di affinità elettiva. Grazie a lui ho comprato alcuni degli album più rilevanti di quel periodo, e probabilmente della mia vita. L’emozione del primo incontro con lui non è mai cessata: sono stato fiero di essere nella sua squadra di giurati per il Tregnago Music Festival (che spero riprenda il prossimo anno), di scrivere con lui e di condividere gli spazi quando vendiamo dischi nelle fiere di settore (RockAt è il nome del mio banco, che ha un prolungamento digitale su Discogs). Proprio ad una di queste, qualche mese fa, abbiamo scambiato due parole sulla sua visione della musica e molte altre cose…