La musica di Chad Rubin è per tutti. Lo dimostra con il singolo Lost in the Jungle.

Ascolti Lost in the Jungle e senti una band, ma Chad Rubin è anche un solo artist. Nel senso che, forte di una capacità rara di utilizzare loop e pedali di varia natura, riesce anche a costruire uno show completo senza ulteriore supporto. Una qualità, senza dubbio. Ma, cosa ancor più rilevante, il pezzo in questione, citato in apertura di questo pezzo, funziona! E…scusate se è poco.

L’ho già scritto, lo ribadisco: là fuori ci sono sempre più persone in grado di avere una tecnica che, qualche anno fa, avrebbe fatto specie. Sopratutto se a sfoggiarla fosse stato un ragazzo giovanissimo, per dire. Ma ormai, probabilmente anche a causa della diffusione di migliaia di video e tutorial su YouTube e company, è considerato quasi normale.

Quella che continua a rimanere rara è la capacità di scrivere buoni pezzi senza scadere in tecnicismi senza peso specifico. Questo giro di parole per dire che già la chitarra elettrica clean che dà l’incipit a Lost in the Jungle ha un quid, dà un ambiente. Che poi si vivacizza un po’, con chitarre raggate, subito sorrette da una batteria forse vagamente plasticosa ma infine riuscita.

Chi ama l’alternative a tutti i costi potrebbe non apprezzare la voce di Chad Rubin. Ma il risultato funziona, e potrebbe funzionare anche nel variegato mondo del pop, magari negli Usa ancor più che in Italia. Perché tra le righe del pentagramma su cui è stata scritta questa canzone si respira comunque un’atmosfera americana e quindi Internazionale.

Sì, ragazzi, perché basta guardare le classifiche mondiali, anche italiane, per capire che la maggior parte delle canzoni qui presenti vengono da due posti: Usa e Uk. Il motivo? Per noi italiani sicuramente una fascinazione, ma certo la storia musicale da ragione a questi due paesi. Lost in the Jungle però strizza l’occhio anche a un altro stile.

Sono convinto che questa canzone, che farà parte di un doppio album che uscirà nel 2021, starebbe perfettamente in una situazione spiaggia, aperitivo, sguardi languidi. La dance è infatti presente, non tanto in quanto genere, ma semmai come feeling, come atmosfera, per l’appunto. Ed è quello stile che qui da noi funziona proprio in queste situazioni. Ma questo brano è camaleontico: sta bene con tutto.

I motivi sono dettati innanzitutto da una strutturazione non pervasiva che permette, per dire, anche il dialogo in situazioni sociali. Ma se l’orecchio si aggancia a quella chitarra in levare è difficile non muovere la testa e battere il piede. Specie in tempi in cui sogniamo tutti di poterlo fare presto! Specie di poter condividere con l’altro la nostra passione.

Lost in. the Jungle non è un grido d’aiuto; non dobbiamo andare a salvare Chad Rubin con il machete, anzi. Lui con questo pezzo ci dona una canzone piena di movimento che piacerà, lo sottolineo, soprattutto a chi apprezza le atmosfere più generaliste, ballabili e godibili.