Il lato scuro della Puglia nel nuovo album di SentoLeVoci

“Mischio medicine, depressione ed autotune”. Questa è una delle prime frase che si ascoltano nell’opener di Sad Puglia, disco (concluso in due anni) da SentoLeVoci. Origine pugliese, afflati internazionali e un lavoro personale sull’attuale valanga trap che, da ormai qualche anno, sconquassa l’Italia musicale.

Quindi sì, largo a melodie, autotune e suoni electro, ma anche agli aspetti più straight in your face del rap. Il disco, proposto da La Fame Dischi, consiste di 11 brani caratterizzati da un leitmotiv musicale tendente alla tristezza, ma con alcune eccezioni, come la più sbarazzina You have to die.

L’ovattamento sembra essere una cifra stilistica, quasi. La voce spesso lo risulta, così come alcune basi e strumenti (ascoltare In Giro). Una specie di feeling underground, che si apre – volenti o nolenti – al mainstream attuale, proprio per l’utilizzo massivo di vocoder e di sentori sintetici.

Ma il flow non manca, così come una capacità di trascinare con testi che, lo devo ammettere, sono probabilmente più in linea con i sentimenti dell’attuale gioventù che con l’ormai quarantenne (sob) sottoscritto. Ma attenzione, non perché siano brutti, anzi, è proprio per una questione di substrato.

E d’altronde, il mercato è sempre dei giovani.