LENNY WILLIAMS: la sua voce sensuale in “Baby, i’m sorry”

Il soul fuoriesce forte da Baby, i’m sorry, singolo di Lenny Williams che, per chi non lo conoscesse lo dico subito, non è certo l’ultimo arrivato. E dall’ascolto di questo brano si capisce subito, sia per la sua capacità di interpretare magistralmente la vocalità che contraddistingue il genere, sia per gli strumentisti ottimi da cui si è fatto circondare.

Molto attivo dal punto di vista discografico e concertistico, l’artista R&B ha in particolare piazzato un singolo dall’enorme successo qual è ‘Cause I love you. Questo lo ha reso conosciutissimo in particolare in Usa e…in Sud Africa. In accordo con le statistiche Spotify infatti è molto seguito a Johannesburg.

Ma lungi dal paragonare la sua carriera a quella dell’ormai mitico Sixto Rodriguez. Lo stile è diversissimo, e Lenny Williams punta molto sulla sensualità, vissuta però – condetemelo – in modo alto, innamorato e tutt’altro che volgare. E Baby i’m sorry ne è testimonianza.

Così come lo è quel sassofono che entra già nell’intro, a cesellare quell’andamento inscalfibile che la sezione ritmica, e la batteria in particolare, mantiene mentre sopra di essa succede la magia, sublimata dalla vocalità di quello che possiamo considerare un grande crooner.

VALENTINE: Joseph James in un romantico arzigogolio

“Want you be my Valentine?” chiede Joseph James nel suo nuovo singolo. Prodotto ad Ap Music Group, si tratta di un brano con forti potenzialità radiofoniche, e una certa raffinatezza di fondo. Lo stile è il classico pop all’acqua di rose, pieno di tastiere e orchestrazioni.

E sono proprio queste ultime a dare quel grip piacevole ad un pezzo, intitolato Valentine, ben costruito. A livello compositivo non ci sono infatti appunti specifici da fare, in quanto si respira, o meglio si ascolta, la bravura con cui è stato ideato, o meglio congeniato.

Differenziare oggi questo tipo di produzione da altre simili è complesso, vista anche la grande quantità di materiale che viene immesso ogni giorno, ogni ora, nel grande calderone del web. Ma sicuramente si può definire Valentine come un pezzo riuscito e di valore.

Ora sta a Joseph James e al suo entourage proporre il più e meglio possibile questo brano, che sicuramente attraverso un romanticismo raffinato, sarà in grado di colpire al cuore il pubblico, soprattutto femminile, anche grazie ad una vocalità sicura e coerente.

La sorniona dolcezza di LOVE ONE ANOTHER

Alias Wayne e Ranzel X Kendick uniscono le forze nel singolo Love One Another. Una canzone squisitamente pop nell’approccio, che ha però le radici piantate nella terra d’America, come sottolineano gli arpeggi e gli accordi di chitarra acustica, che solcano una base ritmica sorniona.

“I see your place”, canta il visionario songwriter americano nella strofa del brano, che poi sfocia in un impegno vocale più elevato, più acuto, che si formalizza nel ritornello. La parte strumentale che si può ascoltar attorno al terzo minuto aiuta a raccogliere le idee.

E’ una canzone dolce questa Love One Another, pregna di buoni sentimenti, con un testo che accarezza, e con i cori femminili che fanno altrettanto. Una sublimazione di voci che si intersecano, creando un trait d’union di pregevole fattura, ancorché non originale come si aspetterebbe qualcuno.

D’altronde molto è già stato detto. Ma l’artista in questione riesce nell’ottenere un buon risultato con una personalità che esce dai solchi del singolo, e che si inserisce perfettamente in una carriera che può contare su numerose uscite discografiche.

Grandi musicisti nel nuovo album alt-rock di ALPHA CAT

Si chiama Venus Smile… Retrograde il disco di Alpha Cat, pubblicato da Aquamarine. Nel disco l’artista s’interroga sul perché il mondo sia divenuto così estremo e diviso, e lo fa soprattutto in Orbit (Rx) in cui la speranza di riconnessione tra le persone spunta come speranza.

Il genere generale che si potrebbe indicare per l’album è un alternative rock in cui hanno la meglio le atmosfere più rilassate. Un lavoro pieno di musicisti di grande livello. Infatti oltre ad Elizabeth McCullough ci sono artisti che hanno suonato con Lucinda Williams, John Mayer, Stevie Wonder, Elton John.

C’è anche Jane Scarpantoni al cello, già con REM e Yeah Yeah Yeahs. Il risultato però è quello che più conta. E se ne può parlar bene, visto che esce dalle tracce una coralità che non sempre è riscontrabile, anche in album che annoverano musicisti di alto lignaggio.

Alla fine i brani contenuti in questo disco, pubblicato il 25 ottobre di quest’anno, sono 6. Un numero che farebbe più pensare ad un ep, vista anche la durata totale di circa 25 minuti. Ma si sa, non è la quantità che conta, ma la qualità. E qui gli spunti ci sono, a patto di lasciare del tempo alla musica per entrarci dentro.

L’accattivante semplicità di “Make it rain”, il brano di MIKE BERMAN

Concilia da subito un senso di serenità il brano Make it rain di Mike Berman. Un pezzo che si muove su una base chitarristica acustica, attestandosi tra i generi pop e country. L’afflato americano infatti si sente tutto, forse proprio perché Berman vive a Los Angeles.

Lui è un vecchio lupo di mare, che non nasconde rughe e anni. Che d’altronde escono, ma in senso buono, durante Make it rain, con quel suo andamento “semplice” e accattivante, come lo erano gli anni che furono. Ma i punti d’interesse non finiscono con quanto detto.

Infatti sia la voce di Berman che alcune scelte strumentali, nonché la voce femminile che fa i cori sul ritornello, sono indovinati. Quello che però mi è piaciuto di più è quella linea di lead, tratteggiata da una chitarra con un bellissimo effetto, che fa da leitmotiv, e fa sognare durante tutto il pezzo.

“And i thinking in my life, the rain never gonna fall”, canta ad un certo punto Berman. Se il riferimento è ad un qualcosa di positivo, io gli auguro che la pioggia cada copiosa. Perché questo singolo vale la pena di essere ascoltato, e arriva proprio bene dove deve.

Il lato scuro della Puglia nel nuovo album di SentoLeVoci

“Mischio medicine, depressione ed autotune”. Questa è una delle prime frase che si ascoltano nell’opener di Sad Puglia, disco (concluso in due anni) da SentoLeVoci. Origine pugliese, afflati internazionali e un lavoro personale sull’attuale valanga trap che, da ormai qualche anno, sconquassa l’Italia musicale.

Quindi sì, largo a melodie, autotune e suoni electro, ma anche agli aspetti più straight in your face del rap. Il disco, proposto da La Fame Dischi, consiste di 11 brani caratterizzati da un leitmotiv musicale tendente alla tristezza, ma con alcune eccezioni, come la più sbarazzina You have to die.

L’ovattamento sembra essere una cifra stilistica, quasi. La voce spesso lo risulta, così come alcune basi e strumenti (ascoltare In Giro). Una specie di feeling underground, che si apre – volenti o nolenti – al mainstream attuale, proprio per l’utilizzo massivo di vocoder e di sentori sintetici.

Ma il flow non manca, così come una capacità di trascinare con testi che, lo devo ammettere, sono probabilmente più in linea con i sentimenti dell’attuale gioventù che con l’ormai quarantenne (sob) sottoscritto. Ma attenzione, non perché siano brutti, anzi, è proprio per una questione di substrato.

E d’altronde, il mercato è sempre dei giovani.

I tappeti synth di AURAS rilassano e interessano

A un inizio ritmato, con rimandi all’etnico, segue una base in cui le pulsazioni del basso intarsiano un tessuto di tastiere leggere e di percussioni dinamiche e ripetute. Un loop, insomma. Questa, in estrema sintesi, la struttura di Auras, singolo di Third Development.

Un nome che, nonostante gli oltre 8000 ascoltatori mensili su Youtube, non a tutti dirà qualcosa. Beh, si tratta di un duo con base a Manchester che fin dal recente esordio, nel 2020, flirta con l’elettronica e con i synth, come comprovato dal nuovo brano licenziato.

The thought of tomorrow è l’unico disco all’attivo finora, ma questa Auras, come da titolo, ha un’aura davvero positiva. Infatti l’electro che trasuda non solo non viene snaturata dall’utilizzo di strumenti rock oriented, ma anzi dà pulsazioni di ottima fattura.

La vocalità femminile che solca il tutto è in linea con un risultato di interesse, con doppiaggi vocali che danno più ambiente, ad una base musicale già ben congeniata. Insomma, un buon risultato, rilassante e al contempo accattivante.

SentoLeVoci presenta l’album Sad Puglia

Album interamente registrato nello studio dell’artista mixato da lui e masterizzato dal suo socio “omino b”. Le produzioni sono quasi totalmente estere (Russia, Finlandia, Ucraina) unica produzione italiana affidata al noto Producer Italiano Tempoxso.

Disco concluso in due anni nei quali l’artista ha cercato in tutti i modi di concentrarsi sulla scrittura, sulle linee melodiche e sul rap, per mantenere originalità e una perfetta fluidità del disco in sé. L’artista conosce il suo lato più “sad” già nei primi pezzi della sua carriera per poi consolidare il suo stile grazie alla conoscenza di artisti come “Lil Peep”.

L’album si intitola Sad Puglia proprio a voler aprire le porte ad un genere ancora da scoprire e proprio per il controsenso di collegare la Puglia di solito ad una regione di sole mare e gioia. Proprio per questo l’ artista nel disco cita “Io sono Sad Puglia” ossia la parte più triste e remota della sua regione.

ASCOLTA SAD PUGLIA
https://songwhip.com/sentolevoci/sadpuglia

BIOGRAFIA

Paolo Slv Spadonein arteSentoLeVoci(S.L.V.) si avvicina alla scrittura in tenera età scrivendo poesie e racconti, finchè si affianca alla musica ed incomincia il suo percorso musicale. Entra a far parte di una crew del suo paese con i quali pubblica svariati pezzi e partecipa a svariati live nella sua regione. Dopo qualche tempo la sua voglia di sperimentare a livello sonoro e di scrittura aumenta quindi , affiancato da alcuni beatmakers, incomincia i suoi progetti da solista pubblicando i suoi primi videoclips su you tube. I generi passano dalla trap al rock mantenendo sempre alta la fiamma dell ‘innovazione. Nel 2017 si affianca ad un cantautore Italiano con il quale forma un duo (UGOMOLESTO) producendo un disco intitolato “il ballo dell’alienato” ( possibile ascoltarlo su You Tube) con cui aprirà il concerto delle Vibrazioni. Un disco dove la musica indie si fonda con quella rap per dar vita ad un genere completamente nuovo. il disco racchiude in sè l alienazione dell’ essere umano in una vita che molte volte non gli appartiene. Il disco viene presentato live in Puglia e nelle Marche. Prosegue il percorso solista pubblicando altri videoclips su you tube spaziando nei generi per la voglia di mettersi in gioco ogni volta. I suoi brani affrontano vari temi dal’ introspezione all’ ironia più sottile e alla ricerca di se stessi. Grazie a questo si guadagna la firma per l’ etichetta pugliese “TWINY INDUSTRY”. Vanta collaborazioni con il noto producer italiano “Tempoxso” . Oggi L’ artista esce con un disco dove spiazza tutti, sposando il genere “emo trap” “punk rock” lasciando spazio al lato più introspettivo e cupo, chiamando il disco Sad Puglia proprio per poter aprire la sua regione a questo genere ancora troppo sottovalutato.

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FOREVER NIGH degli ET BOYS illumina con luci synthpop ed elettronica

Gli ET Boys sono due fratelli latini di nome Tacboy e Sharkeyes. Nato a Chicago ma originario di Broward County, Florida, Tacboy assume il ruolo di cantante – paroliere creando le canzoni scritte ed eseguite da Sharkeyes. Brani martellanti, come testimonia Forever night.

L’album, ascoltato in anteprima da Accesso Riservato, punta sull’elettronica e la dance per stupire l’ascoltatore. E lo fa fin da Sober, brano in cui tastiere e campioni vanno di pari passo con ritmiche non eccessivamente ossessive eppure in linea con i cliché da discoteca.

Il synthpop proposto dal duo è pubblicato da Wake Up! Music. 11 i brani contenuti nel lavoro, sicuramente superiore alla media per risultato raggiunto. Melodie non sgargianti, non eccessive, ma coerenti all’interno di una proposta comunque altra rispetto a tante.

Alla fine del lavoro si arriva freschi. Quindi bene, anche perché pure il cantato, e le relative linee vocali, non sono scontate. O quantomeno irradiano una luce color electro, in un mondo pieno di sbrilluccichii inutili gli Et Boys colpiscono nel segno.

La profondità dell’oceano narrata dalla voce incantevole di SNYDER

Appena comincia How deep is the ocean la scena che si para dinanzi è quella di un cocktail party, di quelli visti nei film americani, con una donna aggraziata con un abito aperto sulla schiena. Tutti si muovono con grazia, gli uomini sono affascinanti come Paul Newman.

In sottofondo un piano, e la vocalità da crooner di Richy Snyder, che intona “How much I love you, i tell you no lie…”. E quanto profondo è l’oceano, se non un piano, delle percussioni leggerissime e una voce incantevole? Sì, dev’essere proprio così che sentono le balene.

Ad essere onesti non è solo la voce ad essere incantevole, è tutto il vestito, costruito con un approccio lounge jazzato, leggero e d’atmosfera, che alle parole comprensibilissime dà quell’afflato che – sono certo – anche alcuni eroi della musica hanno ambito – in certi brani – senza giungere al quid.

E allora benvenuto Snyder, che su Facebook ha un ottimo seguito, e a ragione. Il brano fa parte di un album pubblicato originariamente 5 anni fa, intitolato Gee baby, ain’t i good to you?