Caro Per, sono Francesco Bommartini, un giornalista italiano da sempre innamorato della musica. È davvero un grande piacere e un onore per me farti queste domande. Da 20 anni (ora ho 37 anni) apprezzo gli album dei Roxette.
Questo è l’incipit della mail che, tramite il suo management, sono riuscito a far arrivare a Per Gessle, creatore dei brani dei Roxette, chitarrista e cantante. Con Marie Fredriksson ha scritto la storia della musica pop. Sì, perché i Roxette sono il gruppo svedese che ha venduto di più, dopo gli Abba. E a ragione, per il sottoscritto. Anche perché la capacità di scrivere brani di facile presa come How do you do? e It must have been love non ce l’hanno tutti…
25 anni fa è stato pubblicato il primo Greatest Hits dei Roxette, contenente 18 capolavori. Come sono nate le 4 tracce inedite di Don’t bore us. Get to the chorus?
Ciao Francesco, grazie per le tue domande e per aver ascoltato la nostra musica in tutti questi anni. Lo apprezzo! Nel 1995 avevamo appena terminato il CBB (Crash, Boom, Bang) World Tour e Marie voleva stare tranquilla per un po’ e passare più tempo con la sua famiglia. Così decidemmo di pubblicare un Greatest Hits, ma avevamo bisogno di alcune nuove canzoni per supportarlo. Quindi ho scritto alcune tracce insieme a Desmond Child. Nelle intenzioni non dovevano essere per i Roxette ma quando Marie le ha sentite ha voluto cantare sulle versioni demo. La prima uscì come You Don’t Understand Me. Era perfetta per lei. June Afternoon e She Doesn’t Live Here Anymore furono registrate con la mia band svedese, Gyllene Tider, e mi sembravano altrettanto ideali per finire in un album. Avevano lo stesso stile di Sleeping In My Car. Poi, avendo bisogno di una ballad, ho scritto I Don’t Want To Get Hurt per Marie. E’ venuta bene.
Com’era la tua vita nel 1995?
Era bella. Vivevo a stretto contatto con la mia musica 24 ore al giorno ed era perfetto per me. Mio figlio non sarebbe nato fino al 1997, così ho potuto dare tutto lo spazio ai Roxette e al songwriting. Tutto era in funzione di quello. Come puoi immaginare ho una moglie molto comprensiva!!!
Come e perché hai cominciato a suonare? E perché continui a farlo?
La musica è sempre stato il mio interesse principale, sin da bambino. Ho cominciato scrivendo poesie e testi da giovanissimo e ho cominciato a suonare la chitarra e a scrivere canzoni tra i 16 e i 17 anni. Erano tempi in cui le scene new wave e punk erano così rilevanti da influenzarmi, proprio mentre cominciavo con la prima band. Mi sono sempre considerato più un compositore che un artista, o un cantante. Scrivere canzoni è il mio modo di comunicare con me stesso (e con gli altri, spero…). E’ il mio modo di lavorare. Non mi posso fermare. Spero non succeda mai.
Recentemente hai pubblicato un post su Facebook: “new music is coming”. Puoi spiegarmi qualcosa a riguardo? Batman e Robin sono coinvolti?
Hahaha, a breve succederanno un po’ di cose. Ci sarà una nuova canzone dei Mono Mind che sarà trasmessa sulle radio Americane. Si chiama Fighting For The Future. Dovrebbe essere pubblicata su Spotify, iTunes etc molto presto. E ci sono altre sorprese pronte. Non posso ancora rivelarle…spiacente.
La morte di Marie ha commosso migliaia di persone in Italia. Personalmente l’ho sempre percepita come una donna meravigliosa, piena di grazia. C’è una canzone che ti ricorda Marie e…qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando a lei?
Marie è stata una persona favolosa ed una grande amica per molti anni. Quando ci siamo conosciuti avevamo tra i 19 e i 20 anni, condividevamo la sala prove suonando in band differenti. Sono onorato di averla avuta nella mia vita così a lungo. Ha fatto cose incredibili con le mie canzoni, e insieme abbiamo creato i Roxette. E’ stata una benedizione. Non può essere rimpiazzata.

Cosa pensi dei social network e della via digitale per comunicare e ascoltare musica?
Bene e male. Per la musica credo sia ottimo che ogni cosa sia a disposizione, pronta per essere ascoltata. Sfortunatamente la “magia del disco” è scomparsa. Le pubblicazioni sono continue, oggi. Ci sono tante canzoni che usciranno domani e nei giorni a venire. Per me è sempre stato speciale poter crescere tenendo in mano un vinile e guardandone la copertina. Controllare le foto, leggere i testi… Quei giorni sono andati. Ma va così. Le cose cambiano. I giovani non sentiranno la perdita di quelle sensazioni perché non le hanno vissute. I social network non fanno per me. Non voglio sapere troppo delle persone. E non voglio che le persone conoscano troppo di me. Uso i social media per la promozione e per rimanere in contatto con i fans.
Passa una bella estate, Fransesco.
domande e traduzione di Francesco Bommartini